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Una meditazione in occasione del compleanno de “L’Opera”
Julia Verhaeghe, una vera madre spirituale
Data di pubblicazione
18.01.2024
Autore
p. Hermann Geissler, fso

Julia Verhaeghe, nostra fondatrice: una vera madre spirituale

Una meditazione in occasione del compleanno de “L’Opera”

“Resterò in cielo ciò che ero in terra: una madre per tutti voi!” Madre Julia era davvero una madre spirituale, una donna che donava se stessa totalmente per suscitare, nutrire e promuovere la vita soprannaturale nel cuore di tante persone. Dove attingeva la forza per potersi offrire per gli altri?

Dalla parola di Dio

Nel 1926, quando aveva 15 anni, Julia ricevette da padre Cirillo, suo direttore spirituale un messale in cui i testi della liturgia erano scritti in latino e olandese. Fu un dono che la rese felice. Così infatti poteva seguire meglio la santa messa. Iniziò a leggere e a meditare ogni sera le letture della messa del giorno seguente, arricchendosi e riempiendosi sempre più della parola di Dio: “Mi sentivo pervadere come da un grande fuoco.”

Questo fuoco riempì il suo cuore di Dio, della sua verità, della sua bontà e della sua gloria. Accese in lei l'amore per san Paolo, il patrono de “L'Opera”, e, tramite lui, per il Cuore di Gesù nel suo corpo, che è la Chiesa. Questo fuoco arse in lei per tutta la vita. Spesso visse per settimane di un'unica parola della sacra scrittura, che trasmetteva a sua volta ai suoi figli spirituali.

Nessuno può guidare gli altri a Dio se non è afferrato da questo fuoco interiore. Se questo fuoco arde in noi, possiamo, come madre Julia, trasmetterlo anche ad altre persone. Madri e padri spirituali sono soprattutto persone piene di Dio, che conoscono la sua parola, l’amano e la vivono.

Dallo sguardo rivolto al cuore del Salvatore

“Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato” (Lc 14,11). Su questa terra Gesù volle occupare l'ultimo posto. Nacque nella povertà di Betlemme, morì in croce come un malfattore. Si umiliò per espiare il nostro orgoglio e perciò fu glorificato dal Padre.

Madre Julia fu una vera discepola del Signore, seguendolo sulla via dell'umiltà e della donazione. Nel 1928, mentre era ricoverata in ospedale per un intervento chirurgico, guardando la croce nella sua stanza, incontrò lo sguardo di Gesù: “Da questo momento il Calvario mi insegnava l’amore per il sacrificio.” L'anno seguente – 1929 – cadde da una scala procurandosi gravi lesioni alle costole. Da allora fu sempre ammalata. Ma non si ripiegò su se stessa, non volle crearsi una croce personale ed esortava anche gli altri a non crearsi delle croci. Voleva vivere e servire, in umiltà e amore, anche nella sofferenza che Dio permetteva, sempre con lo sguardo rivolto al cuore del Redentore. Perciò divenne interiormente libera da se stessa e aperta per il piano del Signore. Fu preparata così a diventare madre spirituale e fondatrice de “L'Opera”.

Ogni persona deve portare la sua croce. Possiamo rifiutarla, ribellarci ad essa, non accettarla. Ma possiamo anche ascoltare la parola di Gesù: “Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore” (Mt 11,29). Se riusciamo in questo, con l'aiuto di Dio, diventiamo più liberi da noi stessi e più aperti per gli altri. Tale libertà e disponibilità ci rende veri padri e madri spirituali, perché il nostro cuore non è attaccato al proprio io, ma si volge verso gli altri, perché riusciamo a vedere e a incoraggiare i loro aspetti più belli e più nobili. La Chiesa ha tanto bisogno di tali persone – che non pensano in primo luogo a se stesse, ma che sanno donare agli altri segni di amore e di benevolenza: una buona parola, uno sguardo gioioso, una mano di aiuto, una preghiera sincera, un gesto di ringraziamento.

Dall’unione con il Signore eucaristico

Già da bambina Julia ebbe un profondo amore per Gesù eucaristico: “Egli mi ha preso, mi ha accompagnata e mi ha nutrita con la sua santa presenza.” Sin dalla sua giovinezza la santa messa fu per lei “gioia e forza per la vita”. Non a caso la nascita de “L’Opera” avvenne durante l’eucaristia celebrata da padre Cirillo il 18 gennaio 1938, quando offrì la sua vita sacerdotale per il rinnovamento della Chiesa e lo sviluppo della grazia de “L’Opera”. Julia non poteva partecipare fisicamente a quest’eucaristia, ma era presente in spirito e disse anni dopo con profonda commozione: “In questa santa messa si è compiuta veramente, secondo il piano di Dio, un’intima e profonda unione delle nostre anime.”

Come credenti ci accostiamo spesso all'eucaristia – nella messa e nell'adorazione del santissimo sacramento. Riceviamo spesso la santa comunione e cerchiamo di vivere della sua grazia. Il Signore eucaristico ci dona forza e gioia. Questi due aspetti sono molto importanti perché gli uomini del nostro tempo, spesso scoraggiati e disperati, hanno bisogno più che mai di gioia e di forza per affrontare le sfide della vita.

Madre Julia può dire molto al nostro tempo, soprattutto come madre spirituale. La sua testimonianza di vita ci può aiutare a crescere nella paternità e maternità spirituali: con una vita che si nutre della parola di Dio, che accendo in noi il fuoco dello Spirito Santo; con uno sguardo rivolto al cuore del Redentore, che ci rende liberi da noi stessi e sensibili per gli altri; e con l’unione con il Signore eucaristico, che è il nostro più grande tesoro.