Autore
P. Hermann Geissler, FSO

Sulle orme di Papa Benedetto a Roma

Durante la Settimana Santa un gruppo di giovani provenienti da Germania, Austria, Slovenia, Svizzera e Gran Bretagna sono giunti a Roma per visitare con noi alcuni luoghi sacri, approfondire i tesori della fede e coltivare la vita di preghiera. Un momento saliente di queste giornate è stato la “Benedetto Walk”, che ci ha aiutato a conoscere meglio alcuni tratti della personalità di Joseph Ratzinger. A ogni tappa abbiamo ricordato un aspetto della sua vita, leggendo diversi testi, di natura profonda e divertente, dei suoi scritti.

 

La Walk è iniziata nella chiesa del Pontificio Collegio di Santa Maria dell'Anima, dove il teologo Joseph Ratzinger, quale consigliere del cardinale Frings, aveva vissuto durante il Concilio Vaticano II (1962-1965). Allora, in mezzo al rumore romano, aveva preso confidenza con la siesta: “Ho imparato che a Roma è importante. Fino a questo tempo non conoscevo la siesta. Da allora è entrata nella mia vita.”

 

La nostra seconda tappa è stata la Cantina Tirolese. Joseph Ratzinger – fino alla sua elezione alla cattedra di Pietro – amava mangiare in questo ristorante. La proprietaria ci ha rivelato cosa gli piaceva ordinare: “Minestre, soprattutto la frittata, il gulasch, ma anche lo strudel o il Wiener Schnitzel”.

 

Una camminata più lunga ci ha portato davanti alla Piccola Casa, dove Joseph Ratzinger, allora membro della Commissione Teologica Internazionale, aveva visitato il Centro Internazionale degli Amici di Newman e conosciuto la Famiglia spirituale “L’Opera”. Al riguardo disse più tardi: “Vedere delle suore che si interessano seriamente a John Henry Newman e allo stesso tempo hanno un grande amore per la cucina: ho trovato questa combinazione molto originale”.

 

Nella Città Leonina, dove il cardinale Ratzinger aveva vissuto dal 1982 al 2005, siamo stati accolti dal cardinale Müller. Ci ha mostrato l’intero appartamento, regalandoci anche una vista su Piazza San Pietro dalla terrazza sul tetto e raccontandoci dell’importanza del cardinale Ratzinger per il rinnovamento della teologia cattolica. Ordinato vescovo nel 1977, Ratzinger aveva scelto il motto “cooperatori della verità”. Tale motto, così scrisse, “mi sembrava il legame che univa il mio compito precedente e la nuova missione: nonostante tutte le differenze, si trattava e si tratta della stessa cosa, perseguire la verità, essere al suo servizio”.

 

Davanti al Palazzo del Sant'Uffizio, abbiamo ricordato i 23 anni in cui il cardinale Ratzinger è stato prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, lavorando a fianco di Giovanni Paolo II per promuovere e salvaguardare la fede. Molti lo hanno criticato quando prese una posizione chiara su questioni delicate; ma egli disse: “Se si ha una visione religiosa delle cose, si capisce che la fede è il bene più alto e prezioso – semplicemente perché la verità è l’elemento fondamentale della vita dell’uomo. La preoccupazione che la fede tra noi non perisca dovrebbe quindi essere considerata superiore, almeno da parte dei fedeli, alla preoccupazione per la salute del corpo”.

 

Da Piazza San Pietro abbiamo alzato lo sguardo verso la Terza Loggia del Palazzo Apostolico, dove Benedetto XVI ha vissuto per otto anni (2005-2013), guidando la barca della Chiesa come successore di Pietro. Lo abbiamo ringraziato per le sue stupende encicliche, per le sue meravigliose catechesi e omelie e per la sua profonda fede con la quale ha saputo conquistare innumerevoli cuori a Gesù. Nell’ultima catechesi pronunciata il 17 febbraio 2013 disse: “Il Signore ci ha donato tanti giorni di sole e di brezza leggera, giorni in cui la pesca è stata abbondante; vi sono stati anche momenti in cui le acque erano agitate ed il vento contrario, come in tutta la storia della Chiesa, e il Signore sembrava dormire. Ma ho sempre saputo che in quella barca c’è il Signore e ho sempre saputo che la barca della Chiesa non è mia, non è nostra, ma è Sua”.

 

Al Campo Santo Teutonico abbiamo ricordato che, per più di vent’anni, il cardinale Ratzinger aveva celebrato in questo luogo la messa per i pellegrini ogni giovedì alle 7 del mattino, dischiudendo loro i tesori della parola di Dio. Era un predicatore eccezionale che mostrava ai fedeli che il successo, il denaro e la carriera non sono le cose veramente reali: “Chi costruisce la sua vita su queste realtà, sulla materia, sul successo, su tutto quello che appare, costruisce sulla sabbia. Solo la parola di Dio è fondamento di tutta la realtà, è stabile come il cielo e più che il cielo, è la realtà”.

 

Infine, abbiamo visitato anche la tomba di Benedetto XVI. Abbiamo pregato per lui, ma ancora di più a lui, perché siamo convinti che ci rimane vicino. Al suo ultimo Angelus da papa regnante, pronunciato il 24 febbraio 2013, ha detto: “Il Signore mi chiama a ‘salire sul monte’, a dedicarmi ancora di più alla preghiera e alla meditazione. Ma questo non significa abbandonare la Chiesa, anzi, se Dio mi chiede questo è proprio perché io possa continuare a servirla con la stessa dedizione e lo stesso amore con cui ho cercato di farlo fino ad ora”. Dalle sue dimissioni fino alla sua morte, avvenuta il 31 dicembre 2022, Benedetto XVI ha vissuto e pregato nel Monastero Mater Ecclesiae in Vaticano; ora intercede per noi e per tutta la Chiesa dalle altitudini della vita eterna.