P. Hermann Geissler, F.S.O.
La speranza - La parabola del seme
Qualcuno potrebbe ora domandarsi: ho la forza di vivere così? Ho la forza di perseverare nel bene? Ho la forza di rimanere fedele nelle prove, nelle sfide, nelle tentazioni che non mancano in nessuna vita? A questi interrogativi risponde la prima lettura, che ci riporta in uno dei momenti più difficili del popolo d’Israele, nel tempo dell’esilio: una parte del popolo era stata deportata in Babilonia, Gerusalemme era distrutta, il tempio non esisteva più. Israele non esisteva più come popolo libero. In questa situazione poteva sorgere la domanda negli Israeliti: Dio ci ha abbandonati? Non esiste più un futuro, una speranza per noi? Proprio in questa situazione Dio manda il Profeta Ezechiele per dare al popolo nuovo coraggio e speranza. Il Profeta paragona il popolo a un cedro ed annuncia: “Così dice il Signore Dio: Io prenderò dalla cima del cedro... un ramoscello e lo pianterò sopra un monte alto... Metterà rami e farà frutti e diventerà un cedro magnifico”. Dio non abbandona il suo popolo. Fa’ un nuovo inizio, continua a guidare Israele perché possa portare frutti. Ciò che Dio fa per Israele, lo fa anche per la Chiesa, lo fa per le nostre comunità, le nostre famiglie e ciascuno di noi. Non ci abbandona mai, ci guida sempre, ci accompagna, ci purifica, ci consola, ci rinvigorisce, ci ama, anche e sopratutto nei momenti difficili.