La verginità di Maria ed il suo significato nel nostro tempo
Beati i puri di cuore
Nella Famiglia spirituale “L’Opera” la verginità ha un grande significato ed è intesa come verginità della fede, dello spirito, del cuore e del corpo. Come si sa, alcuni membri della Chiesa vengono scelti dal Signore per vivere la perfetta continenza per il regno dei cieli; la grazia di Dio dà loro la forza di rinunciare al matrimonio e di donare tutto il loro amore a Cristo e all’edificazione del regno di Dio nel mondo. Ma tutti i cristiani sono chiamati a vivere la verginità della fede, del cuore e dello spirito, come anche la virtù della castità, secondo il loro proprio stato di vita. Che cosa s’intende con ciò? Quale attualità possiede questa chiamata nel mondo di oggi? Vogliamo rispondere a queste domande prendendo a modello la beata Vergine Maria.
La verginità della fede


La verginità dello spirito
Il dialogo tra l’angelo Gabriele e Maria ci fa comprendere come la fede penetrava il modo di pensare della Vergine di Nazaret. Dopo che il messaggero di Dio le ha annunciato che darà alla luce un figlio che dovrà chiamare Gesù (cf. Lc 1,30-33), ella domanda: “Come è possibile? Non conosco uomo” (Lc 1,34). Questa domanda attesta prima di tutto che Maria non ha accolto l’annuncio dell’angelo in un senso puramente passivo. La fede non sostituisce il modo di pensare umano, ma lo sprona, ne allarga l’orizzonte e lo apre ai pensieri e ai progetti di Dio. Chi è credente, mette tutte le forze del suo spirito al servizio del Signore. Sentendo le parole dell’angelo, Maria è messa in difficoltà, perché, inaspettatamente, si trova a dover scegliere tra due vocazioni, apparentemente contraddittorie: da un lato si sente chiamata alla verginità, che le fa dire di non conoscere uomo; dall’altro l’angelo le dice che concepirà un figlio. In questa situazione il suo modo di pensare puro e credente si mostra dal fatto che non respinge l’annuncio dell’angelo. Non dice “Non è possibile!” Pone solo la domanda: “Come è possibile?” La parola “come” esprime la verginità della sua mente. Non dice un “no” senza fede al piano di Dio. L’angelo viene in aiuto alla difficoltà della sua ragione e ricorda Elisabetta che ha concepito un figlio nella vecchiaia, al di là di ogni aspettativa umana. Questa constatazione che Dio può fare cose apparentemente impossibili, basta all’umile Vergine di Nazareth per dire un “sì” pieno di fede, ponendosi a completa disposizione di Dio e della sua opera.

La verginità del cuore
Sin dal primo peccato di Adamo ed Eva, il cuore dell’uomo è diviso. Il peccato disturba la nostra armonia interiore, la nostra unione con Dio, con noi stessi e con gli altri. Maria è stata esente dal peccato originale e da ogni colpa personale. Tutta la sua vita è appartenuta al Signore. Nell’ora della sua vocazione si è messa a disposizione di Dio senza riserva. Non c’è stato nessun momento nella sua vita in cui non abbia vissuto pienamente questo “sì”. Nel nostro cammino di fede la santa Vergine ci aiuta a giungere a una donazione piena e pura a Dio.
Gesù ci dice: “Nessun servo può servire a due padroni: o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e mammona” (Lc 16,13). Con queste parole il Signore ci mette in guardia da ogni forma di idolatria, di compromesso e di falsità. Il mondo non ha bisogno di cristiani superficiali, ma di uomini e donne che fanno penetrare la luce del Vangelo in tutti gli ambiti della vita; ha bisogno di testimoni veri e credibili. Non siamo sinceri, se pretendiamo dagli altri l’esercizio della virtù e non ci impegniamo per primi in questo senso; se critichiamo gli sbagli degli altri, ma non lavoriamo costantemente a migliorare il nostro carattere; se accusiamo gli altri e copriamo i nostri peccati con delle scuse. Non è giusto, se i genitori pregano per la fede dei loro figli, ma li ostacolano se sentono la vocazione al sacerdozio o alla vita consacrata.
In una preghiera a Maria, Madre Julia scrisse: “Tu hai attuato tutto ciò che Dio attendeva da te.” Questo deve essere il nostro desiderio: attuare tutto ciò che Dio aspetta da noi: con gioia e donazione completa, nella verginità del cuore.
La verginità del corpo
La Chiesa ha sempre confessato che Gesù è stato concepito nel seno della Vergine Maria per la sola potenza dello Spirito Santo e senza intervento umano. Come afferma il Catechismo della Chiesa Cattolica, la verginità di Maria manifesta “l’iniziativa assoluta di Dio nell’incarnazione” (n. 503). Gesù è il nuovo Adamo che inaugura la nuova creazione. Il Figlio della Vergine Maria viene direttamente da Dio e tutti coloro che vogliono divenire suoi fratelli e sorelle, devono essere rigenerati dall’alto. La partecipazione alla vita divina non proviene “da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio” (Gv 1,13).
Oggi siamo messi a confronto con una fissazione per il sesso che è assai forte e talvolta malata. Vorremmo superare le presunte tendenze di un cristianesimo del passato che era talvolta avversario della corporeità e cerchiamo di gustare pienamente l’amore, anche nella sua dimensione sessuale. Ma così si manca spesso di rispetto alla dignità del corpo umano. Nell’Enciclica Deus caritas est, Benedetto XVI scriveva in proposito: “Il modo di esaltare il corpo, a cui noi oggi assistiamo, è ingannevole. L’eros degradato a puro ‘sesso’ diventa merce, una semplice ‘cosa’ che si può comprare e vendere, anzi, l’uomo stesso diventa merce. In realtà, questo non è proprio il grande sì dell’uomo al suo corpo.”
L’uomo, composto di anima e di corpo, può giungere alla felicità e al vero amore soltanto se è pronto a “un cammino di ascesa, di rinunce, di purificazioni e di guarigioni” (n. 5). La virtù che ci guida su questa via è la castità. Questa virtù ci aiuta a non farci dominare dalle passioni, ma a integrare nella nostra vita la sessualità che, come un dono prezioso del Creatore, fa parte del nostro essere uomo o donna. Ogni battezzato è chiamato alla castità. Per i coniugi questo significa vivere ogni giorno l’amore sincero e rimanere fedeli l’uno all’altro fino alla morte. Essi sono chiamati a “mantenere il proprio corpo con santità e rispetto, non come oggetto di passioni e libidine, come i pagani che non conoscono Dio” (1 Ts 4,4s). La castità matrimoniale comprende anche il “no” alla contraccezione, in fedeltà alla dottrina dell’Enciclica Humane vitae del Papa Paolo VI, e la scelta dei metodi naturali della regolazione delle nascite, se ci sono seri motivi per non avere un altro figlio. Un tale atteggiamento fa sì che l’amore dei coniugi diventi più forte e sincero. Le coppie che vivono la castità matrimoniale offrono un grande incoraggiamento alle persone nubili, singole o vedove a vivere l’astinenza, possono anche aiutare i fidanzati a riservare al tempo del matrimonio le manifestazioni di tenerezza proprie dell’amore coniugale.

Nel nostro tempo c’è bisogno più che mai anche della testimonianza di persone che vivono il celibato e la verginità. In ogni tempo il Signore sceglie uomini e donne che rinunciano liberamente – “per il regno dei cieli” (Mt 19,12) – al grande bene del matrimonio, donando tutto il loro amore a Cristo e mettendosi al servizio del prossimo come padri e madri spirituali. La loro vita è un dono di Dio per la Chiesa e un segno forte per il mondo. Se i sacerdoti e le persone consacrate vivono la loro vocazione con gioia, esercitano una grande influenza sugli uomini e sono per così dire un segno che in Cristo si trova la felicità vera e duratura.
La crescita nell’amore
Con il sostegno di Maria possiamo conservare o ritrovare la purezza del cuore, che ci fa capaci di adorare Dio in spirito e verità e di riconoscere la sua bontà nel volto di Gesù Cristo. La purezza del cuore è la condizione preliminare per la visione di Dio nel cielo. Fin d’ora essa ci permette di vedere il mondo secondo Dio, di scoprire nel prossimo l’immagine del Creatore e di percepire il corpo umano come un tempio dello Spirito Santo, una manifestazione della bellezza divina.
”Maria è diventata, di fatto, Madre di tutti i credenti. Alla sua bontà materna, come alla sua purezza e bellezza verginale, si rivolgono gli uomini di tutti i tempi e di tutte le parti del mondo nelle loro necessità e speranze, nelle loro gioie e sofferenze, nelle loro solitudini come anche nella condivisione comunitaria. E sempre sperimentano il dono della sua bontà, sperimentano l’amore inesauribile che ella riversa dal profondo del suo cuore... Santa Maria, Madre di Dio, tu hai donato al mondo la vera luce, Gesù, tuo Figlio – Figlio di Dio. Ti sei consegnata completamente alla chiamata di Dio e sei così diventata sorgente della bontà che sgorga da Lui. Mostraci Gesù. Guidaci a Lui. Insegnaci a conoscerlo e ad amarlo, perché possiamo anche noi diventare capaci di vero amore ed essere sorgenti di acqua viva in mezzo a un mondo assetato” (n. 42).