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Data di pubblicazione
24.05.2017

Come Opera Dio Parte II

San Paolo ci dice: «Del resto, noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio» (Rm 8,28). Tutto può concorrere al bene, ma a una condizione: che ci sia l’amore. Se già con il nostro amore umano possiamo guadagnare i cuori degli altri, quanto più potremo “conquistare” il Cuore di Dio con un amore puro e forte. In questo Maria, la Madre di Dio, è per noi un grande modello. La Sacra Scrittura non ci narra “grandi azioni” da lei compiute. Tuttavia ella è la più eccelsa delle creature e la sua opera ha più valore di quella di tutte le grandi figure della storia. Nei libri di storia non si trova il suo nome, ma ella ha compiuto l’opera “più grande per eccellenza”: ha amato il Signore, ha creduto e sperato in Lui, fin sotto la croce. Fino alla fine dei tempi continuerà ad aver potere sul Cuore di suo Figlio, perché lo ha amato senza il più piccolo dubbio e senza “se” o “ma”. Può intercedere potentemente, perché è la più capace di amore. Il suo esempio ci dice: con un amore semplice e puro possiamo ottenere più da Dio che con un’acuta intelligenza o con una grande forza creatrice. Ma chi ama metterà anche tutte le sue forze d’intelletto, di corpo e di mente a servizio del Signore, nel rispetto del giusto ordine gerarchico. Chi conosce la forza dell’amore non cederà allo scoraggiamento, diventando passivo, anche se è stanco e se non sa più cosa fare. Possiamo sempre vivere l’amore di donazione, fino all’ultimo respiro. Dio opera nella vita e attraverso la vita di coloro che amano. «Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità» (1 Cor 13,13).

Nella sua preghiera sacerdotale Gesù prega suo Padre «perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato» (Gv 17, 21). L’unità dei discepoli promuove la fede nel mondo. Quale fede? La fede che Gesù è il Figlio di Dio. Su questa verità si basano tutte le altre verità cristiane. Accettare questa verità è un dono, una grazia. Gesù promette che gli uomini giungeranno alla conoscenza di questa verità, se i suoi discepoli vivranno l’unità con Lui e tra di loro. Un mezzo decisamente missionario di guidare gli uomini alla fede cristiana è quindi vivere l’unità. Ci si può porre la domanda: siamo abbastanza consapevoli di ciò?
 
Madre Julia era una persona pervasa da una grandissima aspirazione per l’unità. «Sento un desiderio sempre più forte di contribuire con tutto il mio essere e con tutto il mio impegno a una maggiore unità tra i figli della Chiesa di Dio. Sono estremamente felice di sapere che ci sono molti che, come figli e figlie della Chiesa, aspirano all’unità nell’amore di Cristo. L’unità è ciò che desidero più ardentemente». Madre Julia riconobbe che dall’unità sgorga molta forza vitale per la Chiesa. L’unità edifica, la divisione distrugge. Dio opera attraverso l’unità dei credenti. Opera attraverso l’unità degli oranti. Perciò dice: «Se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà» (Mt 18, 19).
Avversità, sofferenze, tentazioni e delusioni umane accompagnano il lavoro per il Regno di Dio. Satana è gelosia pura: «la morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo» (Sap 2, 24). Non può sopportare la grandezza di Dio, la sua superbia non glielo consente. Brucia di gelo­sia per le opere e per i servitori di Dio in questo mondo. Madre Julia disse una volta: «Il diavolo lavora preferibilmente cinque minuti prima delle dodici e cinque minuti dopo le dodici». L’avversario vede venire le opere di Dio. Le afferra e tenta di impedirle. Prima dell’ora della grazia nella vita del singolo o della Chiesa, crea disordine e fa di tutto per disturbare. Spesso esperienze dolorose precedono i mo­menti di grazia. In queste situazioni è necessario vigilare, per­severare, sacrificarsi e aver fiducia.
 
E quando Dio dona la sua grazia, effonde il suo Spirito e compie la sua opera, la gelosia del nostro avversario non cessa. Desidera in­debolire e arrestare ciò che Dio ha compiuto. Egli è il distruttore, il grande ladro che attacca e ruba. Attraverso Gesù Cristo Dio ha riportato la vittoria sull’antico nemico, ma il suo potere durerà fino alla fine dei tempi. Se però prendiamo lo scudo della fede, Egli è impotente. San Paolo ci esorta: «Tenete sempre in mano lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno» (Ef 6, 16). Quanto è importante che noi, dopo feste litur­giche o esercizi spirituali, dopo un pellegrinaggio o la lettura di un buon libro, custodiamo le grazie ricevute per metterle in pratica nella vita quotidiana. Ciò che è seminato deve portare frutto sessanta o cento volte e non essere portato via dal diavolo, seccarsi dopo un primo entusiasmo o essere soffocato dalle preoccupazioni della vita (cf. Mc 4, 13-20). L’uomo di fede non si spaventa se in­contra un’opposizione o se passa per esperienze dolorose. Si fonda sulla parola dell’Apostolo Pietro: «Siate temperanti, vigilate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro, cercando chi di­vorare. Resistetegli saldi nella fede, sapendo che i vostri fratelli spar­si per il mondo subiscono le stesse sofferenze di voi» (1 Pt 5, 8-9).
Il Patrono della Chiesa è san Giuseppe. Sappiamo poco di lui. Sappiamo, comunque, l’essenziale: era giusto. Ha agito rettamente. La sua vita era in sintonia con la volontà di Dio. Fedele compimento del dovere, perseveranza in situazioni difficili, lavoro e preghiera quotidiana – ecco il suo programma di vita. San Giuseppe è un esempio per ogni uomo. Ognuno può fare ciò che egli ha fatto. Dio opera molto nella vita di coloro che compiono con fedeltà il dovere quotidiano – senza deviare o sbagliare il loro cammino, senza tanti “su e giù”. Questo tipo di vita non ha niente di sensazionale, ma porta molto frutto. «La fedeltà si prova mediante il compimento puro e profondo della santa fede» (Madre Julia). La Chiesa ha bisogno di molti fedeli che, giorno per giorno, svolgano il loro dovere di stato. Ha bisogno di persone che si assumono la responsabilità del loro compito specifico. Il Salmista prega: «I miei occhi sono rivolti ai fedeli del paese perché restino a me vicino: chi cammina per la via integra sarà mio servitore» (Sal 101, 6). Attraverso la vita delle persone fedeli che compiono silenziosamente il loro dovere, il Signore può operare grandi cose.
 
Il Vangelo di Giovanni si conclude con questa frase: «Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù, che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere» (Gv 21, 25). Gesù Cristo ha vissuto per poco tempo in questo mondo. Trascorse la maggior parte degli anni a Nazareth dove svolgeva il lavoro di carpentiere. Per circa tre anni percorse la Palestina per annunciare il Regno di Dio. Come è possibile che il mondo sia troppo piccolo per contenere i libri che descrivono le sue opere? I Vangeli ci narrano alcuni episodi della vita di Gesù e riferiscono le parole più importanti dette da Lui. Ma certamente non possono dirci tutto ciò che Egli ha fatto e che ha operato in questo mondo. Dio compie cose infinitamente grandi e innumerabili. Dobbiamo credere che ne accadono molte che non vediamo e che non conosciamo. L’annuncio della Parola di Dio e i tanti sacramenti amministrati ovunque nel mondo, le innumerevoli preghiere che ogni giorno si recitano, la sofferenza dei malati o dei cristiani perseguitati, che si immolano per la Chiesa, la testimonianza cristiana e il ministero svolto fedelmente da così tanti sacerdoti – tutto questo è opera di Dio. Penso che un giorno saremo pieni di stupore quando potremo vedere tutto in cielo.
 

Dio agisce per molte vie, vie che vediamo e riconosciamo, e vie che ci rimangono sconosciute. Ci sono molti motivi per impegnarci giorno per giorno per la Chiesa – insieme e con gioia. La storia della salvezza continua!

La fedeltà si prova mediante il compimento puro e profondo della santa fede. Madre Julia