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Autore
Angela Ambrogetti

Santa Messa in ricordo di madre Julia

Il cardinale Bagnasco ha celebrato la messa romana per l’anniversario della nascita della fondatrice della Famiglia spirituale “L’Opera” (FSO)

“In Madre Julia c’è una di quelle apparizioni di Dio che si ripetono nel nostro tempo stanco e triste”. Così il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo emerito di Genova, ha descritto madre Julia Verhaeghe, la fondatrice della Famiglia spirituale “L’Opera” di cui quest’anno si ricordano i 25 anni dalla morte. 

Madre Julia era nata l’11 novembre del 1910 e così in prossimità di quel giorno ogni anno “L’Opera” celebra una speciale santa messa in ogni città che vede presenti i suoi membri sia consacrati che laici.

Quest’anno la festa romana è stata celebrata nella parrocchia di San Filippo Neri, non lontana dal Collegium Paulinum, sede romana della Famiglia spirituale. 

 

cardinale Angelo Bagnasco

La messa è stata presieduta domenica 6 novembre dal cardinale Bagnasco, legato da antica amicizia alla FSO, che ha commentato le letture domenicali con una riflessione sulla presenza visibile di Dio nel mondo contemporaneo.

Dio vive nel mondo, ha spiegato Bagnasco, e il nostro mondo cerca Dio anche se per strade sbagliate. Ma Dio appare nel nostro tempo, servono gli occhi limpidi della fede per accorgerci di Dio che continua a svelarsi. 

C’è una narrazione che vuole il nostro tempo solo secolarizzato e Dio assente, ma non è così. 

E oltre la superficie vediamo che nella profondità del cuore dell’uomo c’è un mondo di bene reale fatto di fedeltà, amore, onestà, sacrificio ed eroismo. E appunto madre Julia è un esempio di questa presenza di Dio. 

E il cardinale ha aggiunto: “c’è un mondo dove vivono i nostri defunti e dove saranno e nostri corpi e dove sono Dio, la Madonna e i santi, un mondo invisibile alle anime che vivono in semplicità nell’amore a Cristo e alla sua Chiesa”. Ecco allora che non si devono temere le persecuzioni e le difficoltà o incupirsi per la Chiesa, non si deve tacere per non tradire il Vangelo. Dire che abbiamo la fede significa giocarsi la vita, sottolinea il cardinale, essere disposti al martirio che è anche subire la violenza nella modalità più subdola che la nostra cultura avanzata produce. Il mondo ha paura della fede soprattutto della fede cattolica. Una paura mascherata anche con parole nobili. Perché paura di un mondo invisibile? Perché il mondo capisce che la fede è libertà e il potere e il mondo non vogliono essere giudicati. 

I poteri del mondo si reggono sulle apparenze per costringere gli altri ad essere dimenticati.

Per questo la Chiesa è vista con sospetto, perché non si riesce a controllarla con gli strumenti del mondo. Aggiunge Bagnasco, non dobbiamo farci suggestionare dalla maggioranza, dalle inchieste e dai dibattiti. La rilevanza della Chiesa è nel Vangelo che invece qualcuno vorrebbe misurare con strumenti umani. 

Una sottolineatura importante il cardinale l’ha riservata alla preghiera. Le opere di Dio – dice – sfuggono al controllo e anche se si vedono sono solo una parte del misterioso corpo mistico di Gesù. Infine un grazie ai consacrati: “la loro missione è dire al mondo il primato di Dio”, e la preghiera deve essere luogo di generazione della Chiesa, operata non certo dalle nostre parole ma opera di Dio e che si sintetizza nell’Eucarestia. E conclude Bagnasco, l’obiettivo della preghiera è invocare il ritorno di Dio: “vieni, Signore Gesù”, perché la sacra Scrittura termina con una porta aperta.

 

padre Thomas Felder

Dopo la messa si è svolta una breve presentazione della edizione italiana della biografia di madre Julia: Ha servito la Chiesa. Madre Julia Verhaeghe e lo sviluppo della Famiglia spirituale “L’Opera”, scritta da padre Hermann Geissler FSO.

Riassumendo diceva Padre Thomas Felder, il responsabile internazionale della Comunità sacerdotale de “L’Opera”: 

“Madre Julia non possedeva né una cultura particolare, né una buona salute, né alcun mezzo economico. Eppure un fuoco bruciava nel suo cuore. Voleva vivere una vita nascosta con il Signore e donarsi nell’amore per il rinnovamento della Chiesa. Disse: ‘Amo la Chiesa come amo il Signore stesso’. Ha amato la Chiesa, ha servito la Chiesa, ha sofferto per la Chiesa. In tal modo ha attirato altri: donne e uomini, sacerdoti e laici, celibi e sposati, che formano la Famiglia spirituale ‘L’Opera’”

Oltre a padre Thomas, ha portato la sua testimonianza suor Magda che ha ricordato come nella vita di ogni giorno per lei sia fondamentale l’aiuto di madre Julia.