Affidarsi come atteggiamento di Madre Julia Verhaeghe - Parte II
Riflessione di P. Hermann Geissler, FSO


Successivamente Julia attraversava un periodo difficile, con un incidente e molte prove riguardanti la sua salute. Poi venne l’anno 1934 in cui fu nuovamente costretta a letto in casa dei genitori. Il giorno della Solennità del Sacro Cuore le fu donata una profonda esperienza con il Signore incoronato di spine: “Vedevo Gesù soffrendo e morendo sulla croce. Il suo santo corpo era straziato, sembrava una sola ferita. Tremava, pareva estremamente afflitto e soffrendo abbondantemente. Fui commossa fino al più intimo della mia anima. Gesù disse: ‚Mia figlia, avanza!‘. Non potevo resistere e – dimenticando me stessa – mi sono alzata ed ho messo le mie braccia attorno al crocifisso, chiedendo a Gesù che cosa potevo fare. Nello stesso tempo contemplò la via del sacrificio, segnato dal suo sangue e dal suo amore. Gesù si distaccò della croce. Piegò la testa coronata di spine e disse: ‘Ho sete’ dell’amore delle mie creature. Mia sposa, contempla me’. Gesù non ha espresso le altre parole. Fluirono. Non le ho sentite, ma le ho viste. Gesù mi chiese di partecipare a questa sete d’amore, questa sete d’anime”. Julia accolse tale invito. Era per lei come se l’amore divino volesse prendere possesso del suo cuore. Invasa da quest’amore si offrì al Signore per il bene della Chiesa: “Il sì che diedi allora al Signore, era come una Santa Alleanza con il Cuore di Gesù, che s’immola continuamente nel suo Corpo, la Chiesa”.
Cosa avvenne in quest’esperienza, che segna l’inizio del Carisma de “L’Opera”? Julia sperimentò l’immenso amore di Gesù, la sua sete d’anime, e si affidava totalmente al suo Cuore. D’altra parte, comprese che Gesù si affidava a lei, voleva invitarla a condividere la sua sete d’anime. Per questo scrisse più tardi su detta esperienza: “O Salvatore, quale fiducia, quale grazia e perdono in abbondanza! Tu hai sempre compassione del tuo popolo eletto, incessantemente presti ascolto ai suoi lamenti e al suo grido e lo salvi per la vita eterna… Tu mi hai legato a Te nella grazia della Santa Alleanza. Mi concedi di vivere questo grande dono con Te in un amore profondo”.
Gli anni successivi Julia li trascorse per lo più a Geluwe, a causa della sua malattia. In questo periodo faceva altre esperienze interiori, di non facile comprensione. Pur apprezzando la Gioventù Operaia Cattolica, fondata da Mons. Cardijn, vedeva che alcuni dirigenti del movimento erano esposti a seri pericoli. Data l’intenzione di voler guadagnare le masse e di fare politica, veniva a mancare in molti la maturità e la forza interiore: “Manca l’interiorità nell’apostolato. Ogni cosa deve anzitutto essere provata e purificata nel buon combattimento. Molti non hanno capito molto che prima di tutto è necessario l’esempio personale e la perseveranza”. Julia soffriva di questa situazione e offriva se stessa al Signore. Nel maggio 1935 capì che doveva aprirsi al suo confessore, P. Cirillo, informandolo sulle sue esperienze interiori, i suoi incontri con San Paolo e con il Signore stesso, e le sue preoccupazioni circa la Gioventù Operaia Cattolica. Capì che doveva fidarsi di lui, condividendo le gioie e le sofferenze per poter discernere la volontà di Dio.
