Come opera Dio - Parte I
Gesù disse all’Apostolo Tommaso: «Beati quelli che pur non avendo visto crederanno!» (Gv 20, 29). Dio vuole che viviamo in questa beatitudine. Vuole che riconosciamo con gli occhi della fede la sua potenza anche ai nostri giorni, segnati da una forte crisi di fede. Il Signore vuole che consideriamo come Egli opera e come noi possiamo preparare la strada per la sua opera. Non ha parlato in molti e diversi modi soltanto al mondo di ieri (cf. Eb 1, 1), Egli continua ad operare e in diversi modi anche oggi. Questa meditazione offre alcune riflessioni sul suo modo di operare.

Dio opera nel silenzio e spesso con poche persone.
Il mondo cerca ciò che fa rumore e che brilla. Dio invece spesso è silenzioso. Dà inizio a grandi opere servendosi non raramente di singoli o di pochi. In genere in principio le sue opere non sono più grandi di un granello di senape, che poi però diventa un albero più grande delle altre piante (cf. Mt 13, 31s.). Perciò dobbiamo prendere seriamente ciò che Egli opera nell’anima di un bambino o di un giovane. Giovani coppie credenti che camminano insieme nella fede in Dio sono forse chiamate a divenire genitori di futuri santi o di uomini o donne di grande valore. Per mezzo del suo Spirito, Dio si volge a tutti gli uomini. Con la sua voce parla alla coscienza di tutti. Lo fa in modo a noi sconosciuto. Spesso comincia un grande, importante progetto nella Chiesa o nel mondo in silenzio e lo fa crescere silenziosamente.
Nell’Enciclica Spe salvi Benedetto XVI cita le parole di san Bernardo di Chiaravalle: «Il genere umano vive grazie a pochi; se non ci fossero quelli, il mondo perirebbe» (n. 15). È un principio della storia della salvezza che Dio con poco opera grandi cose. Egli fa di singole persone strumenti di rinnovamento e canali di benedizione per molti altri. Già nell’Antico Testamento Giuda Maccabeo ha confessato con devozione piena di fede: «Non è impossibile che molti cadano in mano a pochi e non c'è differenza per il Cielo tra il salvare per mezzo di molti e il salvare per mezzo di pochi; perché la vittoria in guerra non dipende dalla moltitudine delle forze, ma è dal Cielo che viene l'aiuto» (1 Mac 3, 18-19). Anche Davide ha fatto quest’espe-rienza nel combattimento contro Golia, o Giuditta ed Ester, figure coraggiose di donne che hanno salvato il proprio popolo. Ciò che Dio vuole per il bene di molti è spesso compiuto da pochi. La Chiesa ha la missione di andare verso tutti i popoli e di fare di tutti gli uomini dei discepoli di Cristo. Tuttavia è vero: la forza spirituale della Chiesa non dipende soltanto dal numero dei suoi membri. Per compiere le sue opere Dio non ha bisogno di molti, ma ha bisogno soprattutto di persone di fede. Di questo fu convinto anche il beato John Henry Newman. Disse che una caratteristica della provvidenza divina è «fare di pochi dei canali delle sue benedizioni per molti». Altrove ribadì: «È chiaro che ogni grande cambiamento è fatto dai pochi e non dai molti; dai pochi, risoluti, intrepidi, zelanti». Perciò il Signore «ha donato a pochi la sua attenzione, perché, se pochi vengono conquistati, molti poi seguono». Ma i pochi che hanno una responsabilità per il bene di molti, devono essere pronti a rinunciare al proprio “io” e a mettersi pienamente e senza esitazioni a disposizione della volontà di Dio.
Dio agisce diversamente e in modo inaspettato.
Naturalmente è importante pensare al futuro e preparare dei programmi. Dio prende sul serio tali impegni, perché «non ama venire in un caos» ed «essere il tappabuchi per la nostra mancanza di impegno» (Madre Julia). Ma tutti i progetti umani devono restare aperti per la volontà di Dio e per il suo intervento, anche se diverso e imprevisto. I Pastori della Chiesa devono guidare e condurre, e allo stesso tempo devono confidare nell’inaspettato soccorso di Dio. Egli manda il suo aiuto quando noi non sappiamo più come fare, ci apre una strada quando non sappiamo più dove andare, e ci offre una soluzione quando noi non ne vediamo nessuna. Tutta la storia della Chiesa è anche una storia di sorprese di Dio. Come discepoli del Signore risorto vogliamo aver fiducia che Egli incessantemente continua a donare alla sua Chiesa nuova forza vitale. Egli è il Signore.
